TEATRO PER LA SCUOLA


Stagione teatrale per la scuola 2019 - 2020
al Teatro Comunale Punto.com a Zocca



PROGRAMMA
(tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 10.30)



dicembre (date da definire)
TEATRO EVENTO
Un Natale da fiaba


testo: Cristina Bartolini
scene e regia: Sergio Galassi
con: Cristina Bartolini, Massimo Madrigali e Tzvetelina Tzvetkova
pupazzi e figure: Tzvetelina Tzvetkova
in scena: attori e figure animate
età consigliata: dai 3 agli 8 anni

Sulla scena due attori e un'animatrice. Con i pennelli dell’immaginazione dipingono atmosfere intense e coinvolgenti. Con l’ausilio di oggetti e pupazzi animati raccontano tre emozionanti fiabe di ambientazione natalizia.
BABBO NATALE E L'OCA CANTERINA Babbo Natale compra al mercato un'oca canterina, ma, tornando a casa, si perde nel bosco e decide di passare la notte in una vecchia capanna. Appena Babbo Natale si addormenta, il cattivo Troll, signore del bosco, ordina alla Talpa sua serva di ammazzare la povera ochetta, spiumarla e cucinarla ben bene... Ma la Talpa ha buon cuore ed è molto furba e se ne scappa con Babbo Natale e l'oca. Con l'aiuto di un terribile drago il Troll insegue i fuggitivi, ma, come varcano il limite del bosco... puff, Troll e drago diventano polvere! La Talpa va abitare nella cantina fresca e buia di Babbo Natale e insiema a lui passa delle splendide feste, allietate dalle celestiali melodie dell'oca canterina.
HANSEL E GRETEL SOTTO LA NEVE Cade fitta fitta la neve e quando giunge la notte nessuno viene a cercare Hansel e Gretel, né il povero padre, né, tantomeno, la cattiva matrigna. Hansel scopre che la neve ha coperto e nascosto tutte le briciole di pane che aveva sparso per ritrovare la via di casa; prende per mano la sorellina piangente e s'inoltra nel bosco misterioso. Cammina, cammina, cammina... Sì, la storia è proprio quella! C'è la casetta fatta di pane, ricoperta di focaccia e con le finestre di zucchero trasparente! C'è la vecchia brutta e decrepita che si rivela una strega e ci sono soprattutto due fratellini, poveri, ma intelligenti. E anche il finale felice è garantito! Ma volete mettere un semplice 'finale felice' con questo nostro che coincide addirittura con un felice, bianco Natale?!
I DONI DEL POPOLO PICCINO Il calzolaio Giuseppino e la moglie Mariuccia sono così poveri da possedere ormai soltanto una piccola quantità di cuoio, sufficiente per costruire un unico paio di scarpe. Così, la sera, spengono presto la candela (per non consumarla troppo) e vanno a dormire con lo stomaco vuoto. Accade però, forse perché è Natale e a Natale le notti sono magiche, che il mattino dopo Giuseppino e Mariuccia, al posto del cuoio, trovino un paio di scarpe già fatte e pronte per essere vendute. La stessa cosa accade il giorno seguente. Una bella sorpresa! Ma anche un bel mistero! Alla fine i due decidono di scoprire chi si cela dietro questi fatti inspiegabili: e sarà un incontro dolcissimo, emozionante, quello con gli gnomi di buon cuore cui il calzolaio e sua moglie troveranno il modo di dimostrare la propria riconoscenza, facendo del Natale un vero giorno di festa, di gioia e di calore.



gennaio (date da definire)
TEATRO EVENTO
La mela rossa di Biancaneve


testo: Cristina Bartolini
regia: Sergio Galassi
con: Cristina Bartolini e Massimo Madrigali
pupazzi e figure: Vittorio Zanella
in scena: attori e figure animate
età consigliata: dai 5 ai 10 anni

Ciclamina e Ciabattò raccontano storie famose e meno famose e lo fanno come sanno, come possono, come riescono. In due valigie hanno tutto ciò che occorre: piccoli oggetti, poveri pupazzi usurati dal tempo, vecchi costumi scuciti e rattoppati, persino qualche teatrino smontabile; insomma, cose sufficienti per almeno dieci spettacoli diversi! E oggi, quella che Ciclamina e Ciabattò racconteranno è addirittura la storia di Biancaneve, un successo che non tramonta mai: lo specchio fatato, la regina cattiva, il buon cacciatore, i sette nani, la mela rossa… No, un momento… la mela non c’è, è sparita… Sparita la mela?! Sì!... Quella bella mela rossa, mica verde o gialla, avvelenata, per giunta?! Sì, la mela rossa di Biancaneve: è sparita!
E COME SI FA A RACCONTARE LA STORIA DI BIANCANEVE SENZA LA MELA ROSSA?!?
Si fa, ma non sarà facile; però forse sarà meglio non fare niente, inventarsi, che so, che Ciclamina ha preso freddo e ha perso la voce, o che Ciabattò ha sbattuto la testa contro un palo e non ricorda più niente, nemmeno il proprio nome; quindi si chiede scusa al gentile pubblico, si restituiscono i soldi del biglietto e…Però che vergogna, mai dette due bugie così grosse… a dei bambini, poi! Meglio dire la verità, cioè vergogna doppia! No, non si può! E allora? E allora…
SI FA!
Senza la mela rossa? Ma i bambini mica sanno che non c’è la mela! Ah beh allora! Se i bambini mica sanno che non c’è la mela, anche Ciclamina e Ciabattò possono far finta di non sapere che non c’è la mela! Cioè, un’altra bugia? Ma che bugia e bugia, è teatro! A teatro, si può! A teatro quello che manca può diventare una possibilità in più! E magari… ci si diverte anche un sacco…
SIPARIO!



marzo (date da definire)
TEATRO EVENTO
Rosso malpelo


ispirato alla novella di Giovanni Verga
testo: Cristina Bartolini
adattamento scenico e regia: Sergio Galassi
con: Cristina Bartolini
scene e costumi: Vittorio Marangoni
disegno luci: Davide Bagni
musiche: Goran Bregovic
in scena: attrice
età consigliata: dai 9 ai 16 anni

Modello esemplare del verismo verghiano, Rosso Malpelo narra, alla maniera del racconto popolare, di un "ragazzaccio" dai capelli rossi, brutto, sporco e cattivo secondo il pregiudizio dei più, che lavora in una cava di sabbia della Sicilia, un povero infelice, precocemente indurito – fino ad apparire cinico e spietato – dai rigori della vita e dall'atrocità della sua condizione di ragazzo sfruttato. In realtà, Rosso nasconde dentro di sé una sua umanità e un suo bisogno di amore che riversa nel rapporto, in apparenza violento e duro, con Ranocchio, un altro infelice adolescente come lui ma di lui ancora più debole e in quello, tutto intimo e silenzioso, con il padre, morto in un incidente sul lavoro nella cava, nella quale anche Malpelo alla fine scomparirà, senza lasciare alcuna traccia di sé. La novella vuol dimostrare che tutto, in questo mondo, sia nella società umana, divisa tra sfruttati e sfruttatori, sia nella natura che la circonda, obbedisce alla legge economica della lotta per la sopravvivenza, del rapporto squilibrato tra forti e deboli. Qui c'è molto di più di un povero ragazzo che lavora in miniera: Rosso e il suo sacrificio assumono ampi valori simbolici, fino a toccare l'eroismo di una coscienza capace di guardare veramente in faccia la realtà e di dire come stanno veramente le cose aldilà delle ipocrisie e delle mistificazioni ideologiche. Così Rosso anticipa e ci ricorda i milioni di bambini ebrei dalla gialla stella di David (ancora un colore che marchia!), o zingari, o "diversi", scomparsi, disciolti nel fumo dei camini dei campi di concentramento. Così Rosso si accomuna con quel "nero" ragazzino sudafricano malato di AIDS che, dopo aver denunciato al mondo indifferente lo strazio incolpevole delle proprie differenze, affronta con coraggio il suo ineluttabile destino scomparendo, con una dignità per noi quasi incomprensibile, nel ventre nero di un continente "maledetto"... La rappresentazione insiste su una linea avviata da Teatro Evento con lo spettacolo "Il re morto di fame", dettata da un linguaggio ricco di possibilità espressive: centralità dell'attore e della sua sensibilità interpretativa, scenografia di semplici oggetti reinventati e straniati da pertinenti associazioni o contrasti, trama musicale mai a commento, bensì innervata nello sviluppo autentico della vicenda e, infine, un'architettura di luci fantasiosa e complessa, vera mappa spaziale, plastica ed emozionale di una scelta drammaturgica la quale reputa che là dove non esista una qualche utilità non possano esistere né il bello né l'artistico.



marzo (date da definire)
TEATRO EVENTO
Vassilissa e la Baba Jaga


testo e regia: Ilaria Gelmi
con: Ilaria Gelmi
in scena: attrice e oggetti animati
età consigliata: dai 3 ai 6 anni

La storia è raccontata da una sarta seduta su una sedia che utilizza oggetti quotidiani che sono in continua trasformazione, capaci di condurre in diversi ambienti e di suscitare emozioni e suggestioni rivelando suoni e ritmi sempre diversi. Per esempio un telaio porta gli spettatori dalla cucina della casa della strega, all'interno del bosco notturno, diventa una macchina da cucire, il letto della mamma, una porta, uno steccato, un tavolo, uno specchio... L’attrice dà vita ai vari personaggi che si incontrano durante lo svolgersi del racconto (anche una scarpa per un momento diventa un personaggio che parla a colpi di suola) e dedica particolare attenzione al rapporto che Vassilissa ha con la propria bambolina, la sua parte istintuale, ascoltata attraverso la pratica del dialogo interiore, che le permette di superare paure e difficoltà e, alla fine, di crescere.